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Via Ignazio Silone, 4 - 67024 Castelvecchio Subequo
Nel cuore della Valle Subequana, immerso nell’oasi naturale del Parco Regionale Sirente Velino, sorge Castelvecchio Subequo. Il borgo, posto a 496 metri di altitudine, esprime il ricco patrimonio archeologico dell’antica Superaequum, una delle tre città dei Peligni in epoca romana. La sua posizione strategica lungo la Tiburtina Valeria, lo rendeva punto di passaggio obbligato nel collegamento fra Roma e le aree interne. Le più tarde testimonianze paleocristiane sono invece rese note dalla catacomba del IV secolo d.C. La progressiva espansione in età longobarda, normanna e medievale, come evidente dai numerosi cambiamenti del nome, ha determinato la conformazione attuale. Il dominio dei Conti di Celano, fin dal XII secolo a periodi alterni, ha esercitato una forte influenza favorendo la devozione francescana sul territorio.
Lasciando la Chiesa alle spalle e volgendosi a sinistra per raggiungere Piazza Vittorio Emanuele II, si scorge all’angolo una casa con botteghe; il porticato medievale reca lo stemma in pietra dei Conti di Celano, il cui dominio sul territorio è durato circa cinque secoli. Di fronte si nota Casa Giorgi, edificio tardo gotico, con il portale a tutto sesto e le finestre bifore che si affacciano sulla piazza del paese.
Affascinati dai decori, saliamo a piccoli passi lungo corso Umberto I, guidati da epigrafi e cornici nascoste tra i vicoli e le mura dei palazzi. Lì dove la strada si allarga, svetta imponente Palazzo Valeri-Tomassetti; la facciata, definita dal portale con bugne e cornice a toro, segue il naturale andamento della strada. Più avanti, un passaggio voltato ci introduce nel cuore del centro storico dove la Chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista* (XVII Sec. - origine XI Sec.) sorge sull’omonima piazza. In origine cappella del Palazzo Castellato, situato in un vicolo sulla sinistra cui si accede attraverso una porta medievale a sesto acuto, l’antica Chiesa venne trasformata nel 1745 su commissione del principe Barberini, dopo aver acquisito il titolo parrocchiale già attorno al 1500.
Percorrendo il tragitto a ritroso torniamo su corso Umberto I fin quando la strada si divide, proseguendo poi su quella di sinistra. Poco più avanti scendiamo lungo Rua San Giorgio, posta di nuovo sulla sinistra, per trovare un affresco rappresentante S. Francesco d’Assisi, S. Bernardino da Siena e lo stesso S. Giorgio che sconfigge il drago.