L’Abruzzo è una terra meravigliosa ed ogni stagione ci regala delle vere e proprie esperienze da scoprire, molto spesso a partire dalla tavola. Proprio in questi giorni si sta aprendo la stagione della raccolta del tartufo estivo, un tubero delizioso che cresce sotto l’ombra di piante come rovere, faggio e pino. E’ una vera prelibatezza che arricchisce le nostre belle montagne abruzzesi e i nostri piatti tipici. Scopriamo insieme le caratteristiche di questa eccellenza abruzzese e la storia del tartufo.
CARATTERISTICHE E COLTIVAZIONE DEL TARTUFO
Come già accennato in precedenza questo è il momento in cui inizia la raccolta del tartufo estivo, una particolare varietà di tartufo conosciuta anche con il nome di scorzone. Il suo nome scientifico è tuber aestivum Vittad: si caratterizza per il suo color nocciola, per il rivestimento tondo e spesso e per delle venature di colore nero. La raccolta inizia all’incirca nei primi giorni di giugno e si protrae fino alla fine di agosto. Esistono anche altre varietà di tartufo, come il nero pregiato e il tartufo bianco. Si effettuano due tipi di raccolta, quella nelle tartufaie spontanee e quella nelle tartufaie coltivate: infatti, dato che l’Abruzzo è una terra che si presta a questo tipo di coltivazione, a partire dagli anni ’90 sono nate delle vere e proprie tartufaie private. In particolare nel territorio della Valle Subequana la coltivazione dei tartufi ha preso man mano piede, fino a svilupparsi al punto da avere numerose aziende in valle che producono questo pregiato tubero. Il tartufo coltivato in zona è quasi per la totalità tartufo nero pregiato (tuber melanosporum), proprio in virtù del suo elevato valore economico e commerciale. La zona più vocata alla coltivazione del tartufo nero è Contrada Solagna, una località che si trova fra la Valle Subequana e quella dell’Aterno. Denominata così per via della sua esposizione al sole e scelta proprio per questo aspetto: il tramonto tardivo infatti fa assorbire calore al tartufo, che raggiunge quindi facilmente la sua piena maturazione, a favore di un profumo e un gusto più intensi. Il clima ed il terreno fertile del nostro territorio sono particolarmente adatti alla produzione di tartufo, ottenendo un prodotto di vera eccellenza.
Viene utilizzato in molte preparazioni e generalmente in commercio lo troviamo fresco o in forma di crema o salsa tartufata per condire primi piatti, sfiziosi aperitivi o secondi di carne. Scopri le nostre specialità a base di tartufo: salse e creme tartufate, oli aromatici e condimenti. Clicca sull’ immagine per essere reindirizzato nello store online di Vivendo.

LA RACCOLTA DEL TARTUFO
Molti non sanno che la Valle dell’Aterno viene definita Valle dell’Oro, proprio per via della raccolta cospicua di tartufo sul suo territorio. Molti non sanno neanche che una volta la raccolta del tartufo nel nostro territorio si faceva utilizzando come cercatore il maiale. Un tempo il maiale era prezioso per le famiglie ed era considerato una vera e propria risorsa. Veniva allevato, utilizzato in campagna e percorreva chilometri e chilometri proprio alla ricerca di questo prezioso tubero. Si partiva in piena notte con un piccolo gruppo di 4-5 persone con il maiale al seguito. Restavano anche per più giorni a caccia di tartufi, rifugiandosi in casali abbandonati o accampandosi in rifugi di fortuna. Anche il maiale, come avviene per i cani, doveva essere addestrato per la raccolta del tartufo e l’addestramento iniziava già dai primi giorni in cui il maiale veniva “adottato”. Una cosa curiosa è che veniva trattato al pari di un cane, gli si dava un nome e il maiale si abituava alla presenza umana tanto da seguire il padrone ovunque.
Il maiale girava sulle montagne e con il suo olfatto potente riusciva molto facilmente a trovare grandi quantità di tartufi. Una volta individuato il tartufo, il cavatore zappettava per estrarlo senza romperlo con un attrezzo che veniva realizzato dal fabbro del paese.
Chiaramente oggi la raccolta del tartufo è cambiata: i maiali non vengono più impiegati, ma il fascino della caccia a questo prodotto prezioso resta immutato. Alzarsi a notte fonda, attraversare i boschi accompagnati da amici a quattro zampe ben addestrati, scoprire come il tartufo viene cavato dal terreno e annusare il suo profumo intenso: è un esperienza unica che oggi è possibile vivere in Abruzzo. Si possono inoltre scoprire le numerose tartuficolture, comprendere come avviene la coltivazione e i vari processi per la raccolta di questo prodotto in tartufaia. In ultimo, di certo non per importanza, si può assaporare il tartufo fresco impiegato in mille modi nei prelibati piatti tipici della cucina abruzzese.