
La presenza della Chiesa è attestata per la prima volta in una Bolla corografica della Diocesi di Valva del 1112, è stata poi riconfermata nella bolla di Papa Innocenzo II del 1138 e in quella di Lucio III. Dell’antica chiesa, menzionata nei documenti del XII secolo, non è più individuabile l’originaria struttura architettonica, in quanto l’attuale conformazione è certamente opera cinquecentesca. L’ipotesi della ricostruzione, databile ai primi del Cinquecento, è avvalorata dal particolare impianto a croce greca e da un’iscrizione, nel portale laterale, che riporta la data del 1527. La facciata principale, ispirata allo stile romanico con muratura in pietra e cantonali appena sbozzati, ripete la tipica facciata abruzzese di semplice forma squadrata, con coronamento lineare interrotto da una cuspide centrale. In essa non è presente alcuna decorazione, se non nel portale in pietra, di derivazione rinascimentale, coronato da una cornice e con un’ architrave nel quale emerge il sole con monogramma di S. Bernardino da Siena, motivo decorativo-devozionale che dopo la morte del santo nel 1444 si è diffuso nell’aquilano. Sulla facciata laterale è presente un portale simile al precedente, coronato da una cornice con particolari mensole, decorate da motivi floreali che sorreggono l’architrave in cui è inserito il rilievo con il sole raggiato bernardiniano e l’importante iscrizione sopra menzionata.
All’interno della chiesa si nota l’altare maggiore barocco in legno di noce scolpito, databile tra il XVII e il XVIII secolo, in cui è presente l’icona centrale che custodisce l’immagine della Madonna contornata da angeli in volo ed in alto l’eterno Padre benedicente. Ai lati, due colonne tortili riccamente decorate con foglie d’acanto e figure di uccelli che beccano grappoli d’uva. Alla base dell’altare si scorgono due stemmi uguali della famiglia Pietropaoli che fino all’abolizione della baronia ha posseduto il territorio di Molina.