
A “Castro Galiani” la Chiesa e il convento di Santa Chiara sono ulteriori testimonianze del francescanesimo. La chiesa di Santa Chiara risale al XVI secolo. Semplice, ad aula unica, mostrava una divisione in due aree: una interna, riservata alla cappella e al coro delle monache, ed un’altra accessibile ai fedeli attraverso la porta principale. Nel corso del XVII secolo furono effettuati interventi sull’apparato decorativo a cura di Giovan Battista Gianni, appartenente a una famiglia di maestri decoratori lombardi che operò in Abruzzo tra il XVII e il XVIII secolo. Furono oggetto dell’intervento l’altare maggiore, due altari laterali, il pulpito e la navata che fu coperta da una volta a botte; in tal modo l’ambiente assunse uno stile barocco.
Il monastero di Santa Chiara, nato originariamente come convento di San Francesco, è poi passato alle Clarisse che qui hanno vissuto fino agli inizi del Novecento. Questa struttura conventuale è giunta fino ai nostri giorni senza sostanziali modifiche ed è fra i più notevoli monasteri di Clarisse fondati tra il XIII e XIV secolo. Probabilmente costruito su una preesistenza benedettina del secolo IX, era anticamente costituito dalla chiesa, da un corpo di fabbrica perpendicolare e da due lati murati che definivano lo spazio della clausura. In seguito, il muro fu sostituito da due corpi di fabbrica realizzati nei secoli XVI e XVII. Il monastero fu ricostruito tra il 1714 e il 1745, probabilmente a seguito di eventi sismici. Nel chiostro si leggono ancora, in alcuni pilastri e arcate, memorie dell’impianto originario. Il Municipio del paese trova sede in un’ala del Convento.