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La Sagra della Polenta Rognosa a Pettorano sul Gizio

Piatto povero, ma simbolo delle comunità montane d'Abruzzo. E' la polenta, celebrata nella Sagra della Polenta rognosa di Pettorano sul Gizio il 6 gennaio.
polenta rognosa

Epifania tutte le feste porta via. Il borgo di Pettorano sul Gizio, nel cuore dell’omonima Riserva naturale che domina le terre peligne, in provincia dell’Aquila, regala un’ultima occasione di festa, all’insegna del gusto e del territorio. La Sagra della Polenta Rognosa, la manifestazione dedicata alla polenta e alla straordinaria valenza antropologica e culturale di questo alimento nella storia delle comunità della terra d’Abruzzo.

Farina di mais, acqua, tempo e una buona dose di fatica. La polenta è uno dei piatti che meglio esaltano la tradizione contadina d’Abruzzo e le sue tipicità gastronomiche. Piatto povero, ma ricco di gusto e tradizioni. Nella polenta c’è, infatti, un mondo nascosto di vita antica, riti e usanze lontane pronti a svelarsi nella Sagra della Polenta Rognosa di Pettorano sul Gizio, in provincia dell’Aquila, tra i borghi più belli d’Italia che a questo alimento ha legato indissolubilmente il suo nome. Dopo gli anni difficili della pandemia, la Sagra festeggia la sua 61esima edizione tornando a svolgersi il 6 gennaio, giorno dell’Epifania., data canonica per la manifestazione che affonda le sue radici al 1962 .

Una specialità culinaria del borgo quella della polenta rognosa con la sua storia di piatto pettoranese doc dei carbonai. Un tempo, infatti, era il piatto principale dei carbonai che di buon mattino si recavano in montagna per fare provvista di legna e al ritorno trovavano il ristoro della polenta tagliata a fette, strusciata sulla “saràca”, un pesce secco, tipo baccalà, usato nelle modeste case di allora come insaporitore.

La ricetta è figlia del tempo antico, tramandata da generazioni: farina di granturco rigorosamente ricavato da mais a otto file, macinata in mulino a pietra  e utilizzata integralmente con l’utilizzo solo di acqua del fiume Gizio,  poi olio extravergine da olive della qualità Rustica e Gentile. Il resto lo fa una cottura lenta e la lavorazione in paioli di rame e il taglio a filo. A completare il piatto c’è un condimento generoso fatto di carne di maiale domestico tra pancetta, spuntature, salsicce e una nevicata di formaggio pecorino locale. Il nome “rognosa”, con molta probabilità, fa riferimento alla malattia procurata da un eccessivo consumo di mais o di carne di maiale (la pellagra). Secondo altri, si riferisce al termine inteso come  seccatura, in quanto la preparazione era lunga ed elaborata.

L’appuntamento è a mezzogiorno in piazza Umberto I dove vengono allestiti tavoli e gazebo per la degustazione, con l’accompagnamento dei canti della tradizione popolare abruzzese. L’evento è supportato dalle attività di ristorazione e bar di Pettorano, che rendono omaggio alla polenta con altri abbinamenti culinari, a partire dai Mugnoli, la caratteristica verdura coltivata qui, unica in Abruzzo (vedi qui il nostro articolo), le crustole, i mognele e chezzerieje, gnocchetti di patate e mugnoli, e poi le tipiche pizzelle, la pizza di San Martino e una pregiata selezione di vini. Sarà anche un’occasione per visitare il borgo, cuore della Riserva Regionale Naturale Monte Genzana, con le sue bellezze storiche e architettoniche, tra cui il Castello Cantelmo risalente all’XI secolo.

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